martedì 27 gennaio 2009

Lezioni italoamericane

Titolo pretenziosissimo, in questo post, per inaugurare una serie di articoli, che scriverò compatibilmente con il mio tempo e la mia voglia (il che vuol dire che questo potrebbe anche essere l'ultimo, oltre che il primo) e dedicati all'illustrazione comparatistica di alcuni istituti giuridici italiani e anglo-americani.
In soldoni ciò vuol dire: prendiamo una "cosa", vediamo come viene trattata in Italia e come la stessa "cosa" (o quanto vi sia di simile) viene trattata nei paesi di Common law, e in particolare negli USA.

Si tratta di un'idea che avevo "in canna" già da qualche tempo, che era stata stimolata da un insieme di fattori: prima di tutto il fastidio nel vedere che i media nostrani spesso fanno fatica a spiegare -se non ignorano del tutto- i fondamenti del nostro sistema di regole civili.
Ne è un esempio l'utilizzo del termine "bancarotta" al posto di "fallimento" (sul tema vi ho già intrattenuto) e, proprio in questi giorni, le polemiche sull'utilizzo delle misure cautelari e più in genere sul ruolo dei giudici. Su tali ultime questioni poi, è gravissimo notare che l'ignoranza, vera o simulata che sia, non si limita al mondo del cattivo giornalismo, bensì investe appieno la classe politica che le leggi è chiamata a farle, e proprio per questo dovrebbe anzitutto conoscerle.
Perché il taglio comparatistico, e perché la focalizzazione sugli USA? Perché, se ci pensate un attimo, l'italiano medio, anche significativamente istruito ma che non abbia una specifica preparazione giuridica, conosce molto meglio il diritto vigente negli USA che quello italiano.
Tutti sanno che negli USA c'è la sedia elettrica e l'iniezione letale, mentre in Italia no. Tutti sanno anche che negli USA se si viene arrestati il poliziotto deve leggere i tuoi diritti; che se cerchi di fuggire ti spara; che si va davanti al giudice che decide la cauzione che talvolta è ridicolmente alta; che al processo c'è la giuria di dodici persone che deve decidere se sei colpevole o innocente e che gli avvocati dicono "obiezione!" e il giudice approva o respinge. Quanti sanno se queste cose ci sono in Italia o ce ne sono di diverse?
Se doveste venire arrestati a Milano o a Napoli anziché a Detroit o Chicago, avete diritto di fare una telefonata? Quando sarà deciso se potrete uscire su cauzione? Sono domande a cui molti sono in grado di rispondere, ma molti altri no.
Se prendiamo questo post di Esiliogiapponese potete vedere chiaramente come l'autore del pezzo originale (un canadese) ritenesse che la procedura giapponese fosse identica a quella americana; e tale opinione gli è rimasta in buona parte anche al termine della disavventura subita, dimostrando di aver capito ben poco del paese in cui vive.

Dopo questa lunga premessa avrei voluto affrontare il tema delle misure cautelari, ma mi manca il tempo e il post risulterebbe veramente troppo lungo. Tornerò quindi in argomento, e per ora mi limito a richiamare questo lucidissimo articolo del Corrierone che spiega cos'è la carcerazione preventiva e quando debba essere disposta. Prossimamente ne parleremo più in dettaglio e vedremo come funziona il sistema della "cauzione" negli USA.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Looking forward to it.

 

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