mercoledì 3 giugno 2009

Manuale di stile

Uso nel titolo il termine Manuale non perché mi sia montato la testa, bensì per assonanza con un Manuale ben più utile.
Ciò premesso, riprendo il tema del post di stamattina con il quale vi ho intrattenuto sul secondo fax mandato a Cartasì per far sì che smettesse di rompermi i santissimi con i propri messaggini (che confido anche voi riceviate, altrimenti significherebbe che mi hanno preso proprio di mira).
Penso sia apparso chiaro che, quando ho ricevuto il secondo messaggino mentre stavo cucinando il sugo con le polpette di salsiccia per i tre decenni affamanti, la reazione di stizza è stata solo momentanea, pensando alla possibilità che mi era stata offerta di scrivere un'altra letterina arguta (che poi ci sia riuscito o meno, non so), da pubblicare poi per il vostro sollazzo.
Del resto citare nello stesso contesto Sant'Anselmo e i Prolegomeni dovrebbe costituire un indizio sufficiente di registro ironico per chiunque abbia riminiscenze liceali sia su Sant'Anselmo che sui Prolegomeni, il che è tutt'altro che improbabile se consideriamo che fino a qualche tempo fa la responsabile delle pubbliche relazioni di una delle varie società cui fa capo il marchio Cartasì (con la quale ho avuto una fugace avventura al tempo di Usenet, ed ora bloggatrice di un certo seguito) è laureata in letteratura greca o in filosofia, non rammento bene, e citava Anassimandro con la leggerezza con la quale io cito Krugman.

Ma, a parte ciò, le letterone hanno anche un loro perché. Come potete ben immaginare, con il mestiere che faccio ho ricevuto tonnellate di lettere scritte nei più vari registri: dall'implorazione alla minaccia; dalla fredda enumerazione di fatti pertinenti alla ricostruzione delle sorti dell'economia mondiale; c'era chi attribuiva la responsabilità della propria inadempienza al vizio del giuoco e chi al complotto demoplutogiudaico o -recentemente- al signoraggio.
Talune di queste lettere sono state conservate perché sono il triste specchio dell'umana pazzia, o al contrario perché costituiscono dei piccoli gioielli letterari: ma questo prescinde dalla loro efficacia.
Per quanto riguarda specificamente quest'ultimo tema, è indubbio che quando si tratta di trattare operazioni da milioni di euri, l'asciuttezza e la precisione chirurgica siano essenziali: mai dire una parola meno o una parola più del dovuto; e nel dubbio meglio stare sul meno che sul più (e difatti al tavolo di negoziazione io, che di natura sono abbastanza loquace, resto praticamente muto per la più parte del tempo, e per giungere a tale risultato ho dovuto lavorare molto su me stesso: perché anche tacere è un'arte, che si impara con molta difficoltà).
Quando però si tratta di posizioni economicamente minime, il metro di giudizio è tutto diverso: tra una lettera di venti righe e una di cinque pagine, si presta maggiore attenzione a chi spedisce la lettera di cinque pagine: per un semplice motivo: è un rompicoglioni, e i rompicoglioni costano tantissimo.
Un rompicoglioni è capace di scriverti all'Ombudsman, all'Antitrust, alla Banca d'Italia, all'ISVAP, al Garante per la Privacy, al Presidente della Repubblica; per non parlare della locale Procura della Repubblica, che il discorso si complicherebbe.
E tutte queste autorità (salvo il Presidente della Repubblica, almeno nella mia personale esperienza) poi ti scrivono chiedendo spiegazioni, e dettagliate: perché è il loro mestiere farlo. Ovviamente, trattandosi di Autorità, questo provoca tutto un sommovimento all'interno dell'organizzazione, sia questa una Banca, una società di assicurazioni o quant'altro abbastanza faraonico per far sì che vi siano una sufficiente serie di gradini gerarchici tra il peone che gestisce l'operazione e il vertice aziendale: e quindi bozze di lettere, riunioni, revisioni di bozze, coinvolgimento di consulenti o legali, intervento dell'auditing interno... un incubo.
Un incubo costoso, poi: perché i consulenti si pagano, e comunque il tempo è denaro: ciò spiega perché il rompicoglioni debba essere blandito, coccolato, vezzeggiato: perlomeno finché non diventa un rompicoglioni così importante, in termini economici, da far sì che il coccolarlo e vezzeggiarlo diventi meno conveniente che il trattarlo male usando le maniere forti.
In conclusione: la nostra società è diventata così complessa che ciascuno di noi ha qualche piccola cartuccia da utilizzare per il proprio tornaconto, o semplicemente per la difesa dei propri interessi: basta conoscere i meccanismi.

1 commento:

Giacomo Cariello ha detto...

Per un momento mi hai ricordato xkcd :D

 

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